Monika Bulaj, il suo lavoro passa attraverso il viaggio, la fotografia, la narrazione. Quale è l’obiettivo di questo percorso?
È una domanda molto grande. Il mio lavoro si articola su diversi temi ma ha un filone narrativo molto preciso. È un lavoro sulla spiritualità dell’essere umano, ma questo non significa che sia un lavoro sulla religione. D’altra parte è anche un lavoro legato alla memoria delle guerre antiche e che, oggi, finisce per legarsi necessariamente alle guerre in corso. Infine è un lavoro anche filologico, nasce dalla parola, la fotografia non è la cosa più importante, mi muovo sempre tra la parola e l’immagine. Non mi interessa certo fare una bella immagine, mi interessa raccontare.
Quando parla del suo lavoro, forse il termine che usa più spesso è “incontro”.
Cammino con le persone, cerco di condividere il più possibile del loro modo di vivere, in qualche modo mi metto al loro servizio. È vero che c’è un grand...