Michele, vorrei iniziare dai lettori di Maledetti Fotografi. Questo magazine funziona in modo molto semplice: se pubblichiamo un’intervista a Josef Koudelka facciamo qualche migliaio di visite, se pubblichiamo un trentenne contemporaneo che fa esperimenti con la macchina fotografica, ne facciamo qualche decina. Nel tuo ultimo libro, Photo Generation, spieghi che tutta l’attenzione che vediamo oggi verso i grandi autori classici non è un atteggiamento conservatore, ma è la ricerca di punti di riferimento che aiutino a comprendere il proprio percorso.
Credo che risponda anche a un senso d'insicurezza sul presente, siamo sommersi dalla sensazione che tutto sia uguale, fluido e pressoché privo di vette. Per questo si cercano conferme attraverso il ritorno al classico, a qualcosa di puro. Oggi, in questo flusso di immagini confuso che non permette di fare distinzioni, aggrapparsi ad uno scoglio come Koudelka è la garanzia che la fotografi...