Guido Harari, una lunga carriera: quali sono stati i più importanti momenti di svolta?
Paradossalmente ho cominciato fotografando e collaborando con artisti internazionali, da Klaus Schulze a Bob Dylan e Lou Reed. In Italia è stato il mio lavoro con Fabrizio De André a farmi conoscere alla fine degli anni Settanta. La prima svolta importante è stata la mia collaborazione con Claudio Baglioni col libro Notti di note, reportage della prima, grande tournée dell’artista realizzato in una chiave assolutamente inedita per l’Italia.
Poi, a metà degli anni Novanta, l’altra svolta è stata quella di farmi apprezzare come ritrattista a tutto campo, togliendomi una volta per tutte l’etichetta di fotografo rock. Da allora la mia attività si è sviluppata in ogni settore, dalla fotografia istituzionale al reportage, alla moda, alla pubblicità.
Un’altra svolta importante è avvenuta nel 2001 con il libro E poi, il futuro dedicato a Fabrizio De Andr...